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Quanto basta di cucina & altro

Un gelato senza gelatiera ai marroni molto buono + un “Brava, brava!” per Nigella Lawson – confesso

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L’avevo già scritto qui: invecchiando sto diventando meno intransigente e “più aperto”, mi ritrovo a cambiare idea e spesso, per fortuna, ad ammettere che avevo torto. Questo mi porta a belle scoperte.
La papera me lo diceva da sempre: “Guarda che oltre quel personaggio televisivo che spesso scade nel ridicolo, c’è una che di cucina se ne intende e scema non è”. Nigella. Basta ormai il solo nome anche in Italia, dove è popolarissima: Nigella Lawson ha confermato che sono italiani la maggior parte dei follower del suo account Twitter, al di fuori del Regno Unito. I suoi libri sono da anni pubblicati anche da noi. Non che abbia mai dubitato dell’intelligenza di Nigella (era evidente dalle interviste che di sale in zucca ne ha sempre avuto), ma è che proprio non riuscivo a farmi piacere quel suo personaggio televisivo da bambolona sexy:

 sempre ammiccante, sempre a leccarsi il dito grondante di cioccolata dopo aver fatto una torta, sempre impeccabile-casual-chicchissima in quel modo che soltanto una milionaria può essere. “Ah Nigè, ma vedi de annà…” era il mio commento solito. Avevo in passato sfogliato i suoi libri, ma non ero mai riuscito a comprarne uno: una cucina esagerata, barocca, gratuitamente “porca! (kg e kg e kg di panna e cioccolato). Nulla che mi stuzzicasse. Allo stesso tempo non avevo mai avuto la pazienza di leggerne uno senza preconcetti, confesso.

Recentemente l’avevo però adocchiata sul IPlayer della BBC: la sua ultima serie TV, legata ovviamente ad un libro, è dedicata alla cucina italiana e ha, ovviamente (certi vizi sono duri a morire), l’improponibile titolo di Nigellissima. In questa serie Ms Lawson è stata notevolmente “abbassata di tono”: forse il suo team si è reso conto che il personaggio della bambola sexi-tettona-che succhia gli spaghetti ha forse fatto il suo tempo a cinquanta e rotti anni, forse si è semplicemente stancata lei stessa di quella caricatura, sarà cosa non sarà, com’è come non è… sta di fatto che il programma è molto più guardabile del solito… e che, soprattutto, le ricette non sono per nulla male!

Un paio di settimane fa ho trovato il libro in mega sconto e l’ho comprato. Mi sono messo di buzzo buono e me lo sono letto comodamente e con attenzione dalla a alla z… che dire?… che è proprio un bel libro!. Intelligente e spesso ironico. Ho letto molte recensioni negative su questa ultima fatica di Ms Lawson, sia su Amazon sia in rete, e penso siano ingiuste. Nella prefazione Nigella lo dice chiaramente: se cercate “autenticità”, qui non la troverete. Queste sono semplicemente ricette di una signora che ama la cucina e la cultura italiana, ma che è inglese e che ha un suo gusto personale al quale non vuole rinunciare. Ricette radicate nella nostra cucina, ricette che si ispirano alla nostra cucina, ricette che omaggiano la nostra cucina ma ma anche profondamente personali.

Di fatto, mi sento di dire, i piatti che propone Nigella (la maggior parte, quanto meno) sono italiani nello spirito e nei risultati: sono piatti di casa, che molti di noi fanno da sempre senza pensarci due volte (abbinare il panettone alla salsa di mascarpone, una fra i tanti), altri invece che potrebbero trovare accoglienza nella nostra pratica ai fornelli: perché no, ad esempio, fare a tocchetti una salsiccia per fare delle “polpettine al sugo”, anziché fare delle vere e proprie polpettine.. voglio dire: non mi sembra una idea così insensata. Propone un minestrone verde (senza pomodori), in cui tutto è cotto “a crudo” e in cui alla fine, anziché la solita pasta/riso, aggiunge dei tortelloni alle erbe: blasfemia? Non mi sento affatto di dirlo. Al posto del vino usa il vermouth (anzichè usare vino vecchio come spesso accade, con quelle mezze bottiglie di vino che io stesso mi ritrovo non di rado fra i piedi), propone una torta di cioccolato con olio di oliva e una torta di yougurt fatta “con barattolli” (che non sono novità ovviamente), usa dello sgombro affumicato in una pasta che s’ispira a quella sicula “con le sarde” e su cui, a naso, posso dire “che ci sta”: io stesso anni fa, quando ancora non ero allergico allo sgombro, lo usavo in lattina per una pasta con uvette, zafferano e aneto. Ah, quasi dimenticavo: propone una pasta “risottata” che già la grande Ave Ninchi suggeriva, negli anni Settanta e che poi, più recentemente, era stata resuscitata da Allan Bay.

Ripeto: ricette e procedure che ci appartengono, ad essere onesti, che appartengono magari a quel nostro repertorio di “cose buone, facili e veloci” a cui magari non avevamo mai dato un importanza eccessiva, ma che sono effettivamente molto gustose e anche “essenzialmente” italiane nello spirito. Ogni tanto “toppa” clamorosamente: ad un certo punto, a proposito di una schifezza con la liquirizia (un dolce), dice che la liquirizia è uno dei sapori tipici della nostra cucina. A voi risulta??? Oppure fa una crostata che alla fine risulta un un materasso con la marmellata di fatto (lo dico perché ho provato), ma in generale à un libro da cui posso imparare. Ho provato il suo gelato senza gelatiera ai marron glace: panna montata, liquore (per abbassare il punto di surgelamento) e marroni passati al mixer.. ricetta “baldracca”, ma stra-giga-mega buona e a tasso zero quanto ad impegno e lavoro. Che dire: brava! Avevo torto. Bello avere torto e “crescere”.

Qui la ricetta del suddetto gelato, se voleste provare. E dovreste.

Ps: si parla abbastanza in rete dell’orrida, secondo alcuni, MEATZZA di Nigella: una base di macinato, sulla quale poi si mettono i condimenti della pizza margherita. A pelle non fa per me, ma una veloce ricerca in rete mi dice che di fatto è un piatto che circola da un sacco di tempo. Come dire: non è lei l’impunita (e d’altro canto lei stessa conferma di derivare il piatto da Giuliano Hazan, uno che la cucina italiana seria l’ha nel sangue).

Written by stefano arturi

14/01/2013 at 22:33

11 Responses

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  1. […] ricetta del gelato l’ho conosciuta sempre da Stefano, qui, ma appartiene a Nigella! Io ho deciso di renderla ancora più ricca e completa servendo il gelato […]

  2. […] a forza di semifreddi, che peraltro amo moltissimo. Qualche mese fa avevo però provato questo gelato e il risultato mi era piaciuto moltissimo: da allora, tempo permettendo, sto approfondendo […]

  3. Ciao Stefano! Anche a me, come sai, Nigellona non e’ mai piaciuta troppo…….tuto quel burro e lo zucchero a montagne! Comunque credo che adesso si sia data veramente una calmata e infatti e’ anche dimagrita:)
    Mi hai convinto, leggero’ il libro cosi’ magari mi viene qualche idea x preparare dei piatti nuovi alla mia scimmietta che si sta stancando delle solite polpettine!
    Un salutone, a presto e in bocca al lupo x i croissant ! Zara.

    zara stella

    15/01/2013 at 22:33

  4. Lo sapevo che mi sarei assuefatto al tuo blog.Concordo sul fatto che la Lawson,ogni tanto toppa clamorosamente.Anche sostenere che il latte condensato sia un ingrediente italiano e’ senz’altro una baggianata.Avendo detto cio’,la Nigellona ha il suo posto nel mercato e sa cucinare.Ma non sara’ mai Marcella Hazan..
    Ciao

    Andrea

    15/01/2013 at 22:33

    • hi hi hi – me ne ero dimenticato! il latte in polvere!! (che io ho cmq in dispensa, confesso)… ah ah ah,, nigellona nostra quanto ci sei simpatica! (certo che anche le sue assistenti italiane potrebbero magari dirle due parole, caspita!) Per quanto riguarda Marcella Hazan: respect! io ho imparato a cucinare da lei e lei rimane punto di riferimento (con Anna del Conte, altrettanto brava). A volte però i testi della Hazan (che li scrive il marito però) sono un po’ troppo retorici per i miei gusti, ma insomma peccato veniale in ricette pressoché perfette quanto a tecnica e gusto. Marcella Cucina rimane uno dei migliori libri di cucina che abbia mai visto, gli altri dovrebbero essere letti e usati anche da molti italiani, secondo me (lettori e scrittori) per imparare a cucinare.
      Ciao a tutti ora me ne vado in cucina: sono in fase apprendimento croissant (a volte riusciti, a volte toppati, quindi ancora di lavoro ce ne è da fare). Ste

      stefano arturi

      15/01/2013 at 22:33

  5. Che dire stefano, grazie per la recensione.. a me Nigella è sempre piaciuta, proprio per quei chili di panna e cioccolato 🙂 Dolci che non ho mai fatto, ma in televisione mi divertiva 😉 Invece non ho mai sopportato le sue carni soffocate nei grassi… Buona giornata!!

    giulia pignatelli

    15/01/2013 at 22:33

  6. bene a sapersi, anche a me non e’ mai piaciuta molto, ma dopo avere letto la tua recensione, magari sto piu’ attenta se la trovo in tv. per quanto riguarda la liquirizia, non pare neanche a me che sia un ingrediente italiano. pero’ il bastoncino di liquirizia vera l’ho visto masticare solo in Italia a dire il vero. certo noncome ingrediente di un dolce….

    Giulia

    14/01/2013 at 22:33

    • ciao Giulia… se ti capita in libreria magari dai un’occhiata al suo Nigellissima… magari a te fa veramente orrore, magari no. Ma penso che una lettura la meriti. La liquerizia:il suo budino di liquirizia lo si trova in rete.magari è pure buono, certo è che definire la liquirizia comeu uno dei gusti tipici della nostra cucina mi sembra eccessivo. io non lo voglio provare perchè a me la liquirizia proprio, ma proprio proprio non piace. Volontari cercansi. ste

      stefano arturi

      15/01/2013 at 22:33

      • cerca cerca… non piace neanche a me! 🙂

        Giulia

        15/01/2013 at 22:33

      • Volontaria! A me la liquirizia piace tanto (avevi dubbi?). E una volta in un ristorante calabrese ho mangiato un gelato alla liquirizia fantastico con sopra del miele. Magari in Calabria la usano per i dolci?

        Anna

        15/01/2013 at 22:33

      • anna, e certo che mi ero dimenticato di te che ti tiri su con la liquirizia! bestia che sono – cmq hai ragione: la liquirizia è cosa calabra. mazza: ogni tanto ci azzecchi pure in fatto di cucinar. ciao. ste

        stefano arturi

        15/01/2013 at 22:33


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